INTERVISTA A RENATO SCARPA INTERVENUTO AL CENTENARIO DELLA
PRESENZA DEI SALESIANI A PORTICI
« UN UOMO IN CAMMINO »
Renato Scarpa,
attore simpatico e popolare, lo abbiamo incontrato durante una
manifestazione organizzata dell’opera salesiana nel contesto dei
festeggiamenti per la centenaria presenza dei sacerdoti di don
bosco a portici-san Giorgio a cremano. Dopo aver indossato una
maglietta celebrativa dell’evento donatagli dall’opera
salesiana, ha risposto con estrema disponibilità ad alcune
nostre domande.
E vero che i personaggi che più hai amato sono stati sempre i
perdenti?
In verità, io non amo i perdenti nel senso classico del termine.
Io amo chi non gareggia. Io penso che bisogna avere dei
traguardi , ma non contro qualcuno, ma per voglia di sapere, di
capire, in totale fratellanza: chi arriva prima aiuta chi sta
arrivando.
Nel ”dorato” mondo dello spettacolo c’è più fede o più
superstizione?
I mondo dello spettacolo ha grandi responsabilità verso gli
altri perché è al centro dell’attenzione. Si tratta di un mondo
pieno di sensibilità dove la razionalità marginale e la
fantasia, il mistero, la capacità di stupirsi, di rimanere
affascinanti è la via quotidiana. C’è una fede, una fiducia che
fa andare avanti e la profondità di questa fede, una fiducia che
fa andare avanti e la profondità di questa fede è assolutamente
individuale e non giudicabile.
I tuoi punti di riferimento nella vita…
Non “scandalizzarsi”mai ed essere sempre pronto a chiedersi
“perché?”. Essere sempre disponibile per cercare di capire.
I tuoi punti di riferimento nella vita…
Nell’adolescenza ho scoperto la paternità divina. Ho scoperto
che ogni momento era importante perché ero amato. Neri momenti
difficili e dolorosi questa “luce” mi ha dato coraggio ed
accompagnato per mano.
I tuoi punti di riferimento nel mondo dello spettacolo…
Quando vedo il talento degli altri in tutti i campi dello
spettacolo, dalla scenografia ai costumi alla fotografia, alla
sceneggiatura, al trucco.Qquando0 sono davanti a quello che si
chiama bravura sento tutta la gioia di avere scelto questa
professione e trovo il coraggio di continuare.
La pagina del vangelo che preferisci.
Il discorso della montagna e la frase: “Chi è senza peccato
scagli la prima pietra”.
La preghiera prediletta?
Il padre nostro.
La recitazione è più istinto o più scuola?
La recitazione è certamente istinto, ma la scuola può dare un
grande supporto tecnico e permettere di arricchirsi
espressivamente. Anche chi non ha talento naturale, ma comunque
passione, può attraverso La scuola, un buon livello espressivo.
Vale più l’esperienza degli adulti o l’entusiasmo dei giovani?
L’esperienza è preziosa ed indispensabile, ma altrettanto
importante per progredire l’entusiasmo stato puro della
giovinezza.
Se dovessi raccontare a qualcuno chi è Renato scarpa cosa
diresti?
E un uomo in cammino che ha avuto la fortuna di incontrare la
fiducia nel bene, nel positivo che richiama amore.
Il successo per te ha significato?
Io credo che tutti vogliamo il successo. Bisogna capire che cosa
è. Il successo non è solo essere noti ma significa essere noti
ma significa realizzare una scelta di vita. Per un attore essere
riconosciuto è comunque gratificante, perché vuol dire che il
suo “messaggio”è arrivato. Bisogna vedere quale è il suo
messaggio.
Un attore e un’attrice che ammiri?
Sono tanti e tante. Massimo Troisi per me non era un attore: era
un compagno di meravigliosa umiltà. Ho amato molto Dik Bogard ed
Anna Magnani.
Sono trascorsi vari anni dal tuo esordio. Cosa è cambiato da
allora?
Sono cambiato io. I cambiamenti esterni sono solo tecnici. C’è
meno ingenuità da parte del pubblico e non e ancora decollata la
voglia di usare la comunicazione per dare strumenti di
conoscenza e libertà. Nel cinema fortunatamente ci sono
splendidi talenti che hanno trovato miracolosamente la strada
per potersi esprimere, come nel caso de ”I cento passi “.
Ci regali un messaggio di speranza guardando tutto il bene che
lasci alle tue spalle?
Io ho cercatoselo di essere leale: prima di tutto con me stesso,
come mia madre mi ha insegnato, con l’esempio più che con le
parole. Quando vedo,la bellezza, quella della natura ad esempio,
o quella della bontà mi sembrano gentili soffi di amore divino.
Quasi parole divine che dicono: ”Non temere, io sono qui”. Gli
uomini possono sbagliare in modo anche clamoroso sempre per
mancanza d’amore e di attenzione ma il soffio gentile della
bellezza li sbugiarderà sempre, costringendoli a chiedere
scusa”.
Ottobre 2003
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