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Tim Cup 2008/2009

Inter-Genoa: 3-1


Adriano ride, Ibra incanta, Genoa, l'orgoglio non basta

Ottavi di Coppa Italia: l'Inter batte (3-1) dopo i supplementari la squadra di Gasperini, in dieci dopo 30' per un'ingiusta espulsione di Biava. L'Imperatore sbaglia un rigore ma poi firma l'1-0. A segno anche Rossi, Cambiasso e lo svedese con un incredibile tunnel a Scarpi. Nei quarti nerazzurri contro la Roma


 

MILANO, 13 gennaio 2009 - Il ritorno al gol di Adriano, l'orgoglio smisurato del Genoa privo di Milito, l'ennesimo colpo ad effetto di Ibrahimovic. Il 3-1 con cui l'Inter approda ai quarti di Coppa Italia (sfiderà la Roma la settimana prossima) è un contenitore pieno di motivi di interesse. I gol portano la firma dell'attaccante brasiliano e di Rossi nei primi 90', poi di Cambiasso e Ibrahimovic nel primo tempo supplementare.

 

Non sembra una partita di Coppa Italia, la competizione più bistrattata negli ultimi anni, quella in cui davvero pochi investono tempo ed energie. C'è meno turn over del previsto, più pubblico e addirittura Diego Armando Maradona in tribuna per studiare gli argentini dell'Inter. C'è soprattutto un equilibrio che diverte: al diavolo i tatticismi, ci si attacca senza il timore di scoprirsi e così viene fuori un primo tempo tiratissimo.

 

L'unico a essere non all'altezza è, purtroppo, il direttore di gara. Il rigore di Adriano, e la conseguente espulsione di Biava, rappresentano un errore pesante per Gava, che inizialmente aveva visto giusto assegnando la punizione per poi tornare sui suoi passi dietro segnalazione del suo assistente. La mancata seconda ammonizione di Muntari, per un'entrata sciagurata su Vanden Borre, viene appena dopo. La qualità dei fischi comunque crescerà nella ripresa, ma non parlatene a Gasperini...

 

In dieci dal 21', minuto nel quale Scarpi respinge il tiro dal dischetto di Adriano, il Genoa si compatta e resiste come può. In realtà il tiro al bersaglio dei nerazzurri è una ricerca affannosa del risultato. Ci provano Crespo (bravo Ferrari a salvare la sua porta), Chivu (meno bravo davanti al portiere), e ancora Adriano (debole colpo di testa su cross di Maxwell). Dalla parte opposta tocca invece a Vanden Borre iscriversi al partito degli spreconi.

 

Inevitabile, visto il nervosismo del ghanese, il cambio Obinna-Muntari all'intervallo. Meno prevedibile l'impatto del nigeriano, che non fa nulla di speciale eppure contribuisce ad allargare il gioco sulle fasce come era accaduto con il Cagliari sabato sera, anche se con interpreti diversi. Per almeno quindici minuti Scarpi cala in apnea e respinge tutto quello che può. Maicon, più di ogni altro, gira a un ritmo insostenibile per i difensori del Grifone, che infatti prova a rinforzare l'ultima linea con Criscito e Papastathopoulos. Dai e dai, il gol arriva: a un quarto d'ora dalla fine Maxwell pesca Adriano tra i due centrali e stavolta l'esecuzione è da Imperatore. Colpo di testa perfetto e un bel peso tolto dalle spalle a due mesi e mezzo dall'ultimo centro (all'Anorthosis in Champions).

 

Sembra fatta per l'Inter e invece Marco Rossi s'inventa un numero da favola, agevolato da un pasticcio di Samuel, appena quattro minuti dopo l'1-0 del brasiliano. Si ritorna al solito copione, quello iniziato a sfogliare dopo l'ingiusta espulsione di Biava. Genoa in apnea, Inter (con Cambiasso e Ibra) alla carica. Scarpi si fa aiutare da Papastathopoulos per mettere un freno alle giocate dello svedese e resta in piedi fino al 10' del primo supplementare. E' a questo punto che l'Inter, con un parziale di 18-1 nei corner, sfrutta l'unica indecisione del portiere, mettendo al sicuro con Cambiasso una qualificazione rimasta a lungo in bilico.

 

Con un Genoa esausto dopo una partita encomiabile, è evidente che il gol di Cambiasso è la pietra tombale sull'avventura in Coppa del Grifone. A ravvivare ulteriormente la serata ci pensa Ibrahimovic, che attira a se Scarpi e lo beffa con un debole e diabolico tunnel, un'idea folle per tutti, non per Zlatan. Che prosegue la sua caccia al gol anche nel secondo supplementare. Per il bel Genoa che in campionato aveva strappato un pareggio a San Siro, sarebbe stato davvero troppo.



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