MILANO, 10 gennaio 2009 - Dopo
otto vittorie consecutive l'Inter si ferma nella prima gara del
2009. Al Meazza il Cagliari strappa un pareggio, ma poteva
essere un'impresa se almeno uno tra Biondini, Acquafresca e
Cossu avesse avuto un pizzico di lucidità in più. Avvio lento.
Secondo tempo scoppiettante: botta del centravanti sardo a 25'
dalla fine, risposta di Ibrahimovic 9 minuti dopo. Poi tre
clamorose occasioni buttate alle ortiche dal Cagliari. In ogni
caso l'1-1 premia il coraggio di Allegri e la sua voglia di
vincere la partita; dall'altra parte risuona un campanello
d'allarme per la capolista, che nella peggiore delle ipotesi
domani sera andrà a riposare con 4 punti di vantaggio sulla
seconda.
L'aspetto più allarmante
dell'inizio anno interista è la prevedibilità della manovra. Se
la pressione sui tre centrocampisti è fatta bene (come dimostra
il Cagliari nel primo tempo) sono guai: in mezzo l'imbuto è
sempre più stretto, e senza esterni che spingono bisogna
affidarsi al solito Ibrahimovic. Che non sempre può fare
miracoli.
Il primo tempo si chiude senza
gol per tre buoni motivi. Il primo è rappresentato da Marchetti,
il portiere che anche a San Siro (Zanetti ne sa qualcosa)
dimostra di poter ambire a grandi traguardi. Gli altri due? I
meriti dei rossoblù, corti e pronti a ripartire ma senza peso
quando si tratta di concludere, e i demeriti dell'Inter, lenta e
mai insidiosa sugli esterni.
Nell'intervallo Cordoba viene
sacrificato (ma forse c'è di messo anche un problema alla
schiena) per far posto a Quaresma. Il gioco acquista una
dimensione diversa perché Figo si allarga a sinistra e Ibra ha
un po' di spazio in più rispetto ai suoi guardiani Canini e
soprattutto Astori, scuola Milan, un solo errore in questa sorta
di derby. Anche se la mira dello svedese lascia a desiderare,
l'Inter sembra prendere lo slancio necessario per fiaccare la
resistenza del Cagliari. E invece...
L'1-0 lo piazza Acquafresca.
Sul gol c'è comunque la collaborazione involontaria di Samuel:
l'argentino scivola, aprendo il campo al futuro interista. La
reazione di Mourinho è istintiva, come quella di un generale che
scaraventa sul campo le ultime armi a disposizione. Con Crespo e
Mancini l'Inter si dispone con un clamoroso 3-4-3 in cui
Quaresma e l'ex romanista rappresentano le ali. A pungere però,
è sempre il Cagliari, davvero troppo generoso davanti a Julio
Cesar, con Acquafresca e soprattutto Biondini.
Il pareggio di Ibrahimovic
arriva grazie all'ottimo lavoro di Crespo sulla fascia sinistra.
Allegri non fa una piega e ordina ai suoi di continuare a
pressare, nonostante l'1-1, in trasferta, contro l'Inter. Se il
coraggio del tecnico andasse di pari passo con la mira dei suoi
giocatori, Cellino avrebbe un club in zona Uefa. E invece Cossu
e ancora Acquafresca, litigano con il pallone, mandando in fumo
due occasioni che gridano vendetta: senza avversari il
fantasista (parata di Julio Cesar), a porta vuota l'attaccante
(alto).
Troppa grazia sprecata dal
Cagliari. Tutti si aspettano il gol nerazzurro, che non arriva
nonostante il lavoro di Cruz e Muntari, con il destro del
ghanese a sporcare il palo di Marchetti. A un certo punto
Mancini la butta dentro sugli sviluppi di una punizione ma è
chiaramente in fuorigioco. Mourinho crede che sia fatta, scatta
sulla panchina ma a differenza di quanto avvenuto a Siena, lo
sprint finale non è dolce per il portoghese. Domani la Juve può
accorciare le distanze.
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