MILANO, 9
novembre 2008 - L’Inter è prima in classifica da sola. In attesa
di Lecce-Milan di stasera. Vince più con il cuore che con il
gioco la sfida di San Siro con l’Udinese, che contrapponeva le
due seconde forze del campionato. I friulani se ne tornano a
casa pieni di rimpianti per un risultato che penalizza un’ottima
prestazione, mentre Mourinho dopo questo pomeriggio avrà qualche
dubbio in più sul piano del gioco, ma almeno sa di poter contare
su una squadra che ha carattere e sa vincere anche in giornate
così-così. La sua Inter scongiura infatti al 92’ con Cruz il
terzo 0-0 nelle ultime quattro uscite di campionato. L’Udinese
vede sfumare nel recupero il terzo pareggio a San Siro con
l’Inter nelle ultime tre stagioni. Una citazione su tutti per
D’Agostino: eccellente.
Nel primo
tempo il palcoscenico se lo prende l’Udinese. L’Inter stenta.
Attacca, da copione, ma fatica a fare gioco. Gli esterni non
funzionano, con Quaresma che fa imbizzarrire il pubblico di casa
per qualche personalismo di troppo, peraltro non riuscito.
Ibrahimovic è ben contenuto dalla morsa Coda-Domizzi: il
dinamismo non latita, le idee però sì. L’Udinese fa un figurone.
Riparte in contropiede appena può, non butta via un pallone e
gioca spesso a due tocchi, con D’Agostino ispirato direttore
d’orchestra. Quagliarella - quattro gol nelle ultime tre partite
- davanti è un peperino sempre pronto a esplodere il suo tiro, e
costringe i centrali nerazzurri al raddoppio continuo. Gli
esterni friulani invece si vedono meno, molto bassi e
sacrificati a contenere Maicon e Maxwell, neutralizzati. Le
occasioni da gol sono pochine. Un bel sinistro di prima
intenzione a lato di Viera, un destro da fuori area di Inler
parato in due tempi da Julio Cesar. All’intervallo è 0-0.
Si riparte
con Cruz al posto di Quaresma e un brivido al pronti-via.
Discesa indistrubata di Floro Flores sulla sinistra, Julio Cesar
è attento sul suo destro. L’Udinese insiste. Un colpo di testa
di Domizzi finisce
Il pubblico
si spazientisce, allora la Curva Nord prova a suonare la carica.
Ibra recepisce il messaggio: un suo destro violento sottomisura
chiama Handanovic a una parata difficile. La bella addormentata
milanese dà segnali di risveglio: attacca ora a pieno organico,
l’Udinese si chiude e calcia lontano. Non riparte più. I
traversoni in area si susseguono, generando mischie confuse.
Mourinho cambia ancora: via Balotelli, tocca ad Obinna.
L’attaccante più pericoloso resta comunque Ibra, molto più vivo
nella ripresa. L’Udinese tiene e fa passare la mareggiata.
L’Inter ha un
guizzo nel finale, con capitan Zanetti, che colpisce il palo con
una botta dalla distanza. Non è serata. Sembra. E invece nel
recupero Cruz azzecca la capocciata vincente su angolo da
sinistra. Vince l’Inter.
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