Inter, è subito festa, Supercoppa ai rigori
I
nerazzurri conquistano il trofeo per la quarta volta
battendo la Roma 8-7 ai rigori. Fatale l'errore di Juan,
poi Zanetti segna il penalty della vittoria. Al 90' 2-2
con i gol di Muntari, De Rossi, Balotelli e Vucinic
MILANO, 24 agosto 2008 - Se le premesse sono queste, ci
sarà da divertirsi. Inter e Roma regalano 4 gol e 120
minuti di battaglia al primo incrocio stagionale. Alla
fine la Supercoppa va all'Inter (8-7 ai rigori dopo il
2-2 firmato Muntari, De Rossi, Balotelli, Vucinic), ma
il consueto duello, destinato ad allargarsi a Juve,
Milan e Fiorentina, si è fatto ancora più avvincente. L'aperivito
di questa sfida lo è stato fino in fondo, quando
l'errore dal dischetto di un capitano (Totti) e la
trasformazione da parte dell'altro (Zanetti) hanno
deciso tutto dopo 120 minuti di bella battaglia.
Rispetto al passato le regine del calcio italiano degli
ultimi tre anni si somigliano di più. Per
l’atteggiamento tattico difensivo, con gli esterni a
ripiegare fino alla linea di fondo, se necessario. E per
quel pivot davanti alla difesa: Pizarro da una parte,
Stankovic dall’altra. L’Inter ha cambiato di più, almeno
sul piano della mentalità, e per questo è più motivata.
Muntari e Mancini, i due unici acquisti, sono subito in
campo mentre dietro è Cambiasso a doversi riciclare per
far fronte all’ "emergenza centrali" (messaggio
esplicito per Rivas, che evidentemente Mourinho
considera l’ultima scelta).
Spalletti
posiziona Vucinic, e non Baptista, nel ruolo di boa
centrale. La "Bestia" fa il terzo a sinistra nella linea
delle mezze punte e almeno nella prima frazione non
combina granché, ma è ovvio che con il tempo, e con
Totti in campo, le cose miglioreranno. Qualche metro più
indietro De Rossi annaspa come Aquilani. Così l’Inter
può applicare il mandato del suo tecnico, tagliando il
campo in sezioni, affondando prima a destra, poi a
sinistra, con il risultato di schiacciare
progressivamente l’avversario. Stankovic, rinato,
sventaglia un pallone dopo l’altro. Figo, che dopo mesi
respira aria pura facendo il suo mestiere di ala,
dialoga con Ibrahimovic in una lingua poco comprensibile
per gli altri. Ed è proprio con la qualità che i
nerazzurri strappano l’1-0 al 18’: Muntari inizia e
conclude l’azione. In mezzo la cannonata di Maicon verso
il secondo palo, la deviazione di Mexes e il rimpallo
sulla traversa poco prima del tocco vincente dell’ex
Portsmouth.
Anche nel secondo tempo i nerazzurri danno la sensazione
di poter controllare. Zanetti impegna Doni da fuori
area. Ibrahimovic offre segnali rassicuranti sulle
condizioni del ginocchio più coccolato d’Europa. Il
possesso palla è di matrice milanese. Eppure la partita
si riapre, ed il merito è di Daniele De Rossi. L’uomo
decisivo nella Supercoppa 2007 si ripete un anno dopo
con una sassata poderosa che piega la mano di Julio
Cesar.
La
scossa propiziata da Mourinho con gli innesti di
Balotelli e Jimenez arriva. Il primo tentativo del più
giovane degli attaccanti interisti viene fermato da
Cassetti sul più bello (assist di Ibra, naturalmente).
Il secondo è quello buono, ma la complicità della difesa
giallorossa è pesante visto che il tocco morbido di
Mario arriva direttamente sul rinvio di Julio Cesar,
deviato con leggerezza da Mexes. Sembra finita, ma con
il carattere della Roma è impossibile considerarsi al
sicuro. E’ 2-2 al 90’ grazie a una carambola innescata
dal calcio d’angolo di Pizarro: la palla rimbalza su
Vucinic e Stankovic per poi infilarsi sotto la traversa.
Nei supplementari inizia un’altra partita. Con Totti e
Okaka nella Roma (entrati a ridosso del 90’), Baptista
diventa il riferimento dell’attacco romanista. Rivas è
invece chiamato a sostituire Burdisso (k.o. da
verificare) nella difesa nerazzurra. Quando le energie
calano viene fuori la classe di due fenomeni, uno
affermato, l’altro appena sbocciato. Totti, che sarà al
60% della condizione, incanta con un’apertura geniale
sprecata malamente da Okaka; Balotelli chiude il primo
round con una punizione al peperoncino neutralizzata da
Doni e bersaglia il portiere brasiliano anche all’inizio
del secondo supplementare. La fiammata di Baptista e
Okaka, fermati all’ultimo momento da Julio Cesar dopo
che Saccani aveva ignorato la segnalazione del suo
assistente Biasutto, rende imperdibile anche l’epilogo.
Ma il 2-2 regge all’urto, e la contesa viene prolungata
ai calci di rigore. Con il dramma del capitano
giallorosso, che vede il suo tiro finire sulla traversa,
l'errore successivo di Juan e il trionfo del capitano
nerazzurro, Xavier Zanetti, che mette la sua firma sul
tiro dal dischetto decisivo.
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