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Gianfelice Facchetti in visita a Montella (Av) per la mostra dedicata al Padre Giacinto dal tema:

“Giacinto…per sempre nei nostri cuori”

 

Montella (Av) 18 novembre 2007 - “Rovistare nei cassetti e trovarci le fotografie più care procura sempre un colpo al cuore, sono tante quelle sepolte negli archivi che hanno Facchetti per protagonista”….Prendendo spunto da questa frase, posta all’inizio di uno dei capitoli di un recente libro di Massimo Arcidiacono, il Coordinamento degli Inter club Campani con la efficace ed eccellente collaborazione dell’Inter club Montella (AV) ha organizzato il 18 novembre una Mostra fotografica, documentaria, bibliografica e di video-proiezioni dal titolo “Giacinto…per sempre nei nostri cuori”

 

Fin dal primo mattino si è potuto registrare all’ingresso della suggestiva “Villa De Marco” un numero lusinghiero di visitatori e ben 25 (compreso ovviamente gli organizzatori) sono stati i sodalizi provenienti con cospicue rappresentanze da ogni provincia della Campania che hanno presenziato alla manifestazione: Acerra, Apice, Atripalda, Casoria, Castellammare di Stabia, Cerreto Sannita, Cesa, Eboli, Fellitto, Giugliano,Manocalzati, Napoli e la sez. di Sant’Antimo, Nola, Ottaviano, Pannarano, Penisola Sorrentina, Piedimonte Matese, Pietradusi, Salerno e la sez. di Massa della Lucania, Sarno,Solofra, Torre Annunziata, Torre del Greco e Vallesaccarda.

 

Il ricavato della lotteria che metteva in palio una maglia originale N.3 con il nome Facchetti  andrà devoluto all’AIRC.

 

Interventi, testimonianze, esposizioni verbali dell’incommensurabile amore verso Giacinto ed intervallati dagli stacchi musicali della tastiera e violino del duo Alessandro & Raffaele  sono stati coordinati da Emilio Vittozzi dell’Inter club Salerno.

 

Il poeta Raffaele Procacci, presentato da Ciro Nicastro ha declamato una sua poesia dal titolo “Non appartenne solo agli interisti” molto apprezzata ed applaudita.

 

Un ringraziamento va a tutto l’Inter club Montella con in testa il presidente Ezio Moscariello, allo sponsor ufficiale Ferruccio Capone, al presidente della Comunità Montana Terminio Cervialto Nicola Di iorio, all’Assessore allo sport  Franco Chieffo.

 

Notevole il lavoro materiale ed organizzativo di Enzo Di Sunno e del suo valentissimo staff operativo a cui va un ringraziamento particolare come a tutti coloro che hanno messo a disposizione il materiale esposto, in primo luogo a Lello Capuano dell’Inter club Napoli.

 

Il Coordinamento Campano ha donato a Gianfelice Facchetti, graditissimo ospite d’onore, una maschera argentata opera dell’artista napoletano Lello Esposito, ma innumerevoli sono stati i doni dei vari coordinamenti provinciali e del club organizzatore e gli attestati d’affetto per questo ragazzo dagli occhi  limpidi e trasparenti come quelli del padre, che continua, appena può, a recarsi in tutta Italia, disponibile, attento, paziente, raccogliendo il patrimonio d’amore  che papà Giacinto ha lasciato nei cuori dei suoi innumerevoli tifosi ancora inconsolabili per la sua scomparsa.

 

 


 

A te Giacinto, nostro capitano,

rapito sul finire dell’estate,

sì come fiore bianco che una mano

crudele strappi alle radici amate.

 

 

 

Non appartenne solo agl’interisti

di RAFFAELE PROCACCI

 

 

 

Quando’esordiva gli anni eran diciotto

E una certezza già delineata:

la fedeltà sarebbe stata il motto

d’una carriera appena cominciata.

Vichingo originario di Treviglio,

con quelle leve e a mantice i polmoni,

avrebbe primeggiato anche sul miglio:

ma il calcio avea più solide ragioni

 

Oggi, 4 settembre, ci ha lasciati

Giacinto, Capitano generoso    

Non troveremo termini adeguati

ché pure il necrologio più virtuoso

non lenirà la nostalgia e il rimpianto

di chi comprende quel che s’è perduto.

Il suo ricordo chiude questo canto

Come non si sarebbe mai voluto.

 

Herrera lo inventò, su quel versante,

rapido e incontenibile cursore,

capace di servire l’attaccante

e improvvisarsi tale con onore.

Presto la nazionale gli dischiuse

Le porte, conferendogli i galloni;

ed anche in questa veste non deluse, 

Giacinto, i suoi sapienti pigmalioni.

 

Prima ch’egli nascesse era iniziata

la nostra storia: cosa giusta e vera.

Eppure come pochi l’ha illustrata,      

negli anni in cui rifulse, con Herrera

la grande Inter. Questa, con Giacinto

Ed un drappello d’altri fuoriclasse,

aveva tutto, e dappertutto, vinto

e parve che nessuno l’eguagliasse.

 

Col Liverpool la prima andava male

Ma dell’impresa il Mago era convinto;

‹‹Ci servon tre gol per la finale?

Il terzo è prenotato da Giacinto!››

Tutto avverato, come da copione,

perfino il nome del protagonista,

ormai non più emergente, ma campione

e simbolo del popolo interista.

 

Raro campione e uomo d’altri tempi,

credo che gli sarebbe andato stretto

l’odierno calcio, che distilla esempi

di trasformismo avido e negletto.

Aveva atteggiamenti rispettosi

dell’etica sportiva e del servizio

dovuto a quella squadra, a quei tifosi,

che aveva scelto e amato dall’inizio.

 

Atleta prima, quindi dirigente, 

allor che il tempo venne d’ogni oltraggio,

tornava in campo, ma da presidente, 

per l’ultimo e più ardito salvataggio.

Avrebbe meritato uno scudetto,

a parte quello della ‹‹pulizia››,

ma quand’era maturo quel progetto,

spietata lo aggredì la malattia.

 

Giacinto restò poi, sino alla fine,

fedele a quella maglia, e quei colori,

benché fossero altre le regine 

e l’Inter riponesse scettro e allori.

Fu proprio questo a renderlo speciale 

figura a tutti cara, a lungo amata.

Non piange solo l’Internazionale,

or che quella  ‹‹Bandiera›› s’è ammainata

 

 

 

 

 

Napoli, 4 settembre 2006

 

 

 

 

 

 

 

Poesia letta dall’autore alla manifestazione del 18 novembre u.s.

       

 


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