MILANO, 1 febbraio 2009 - Il primo tentativo di fuga verso
lo scudetto si risolve con un breve allungo. L'Inter sale a +7
sulla Juve facendosi bloccare in casa dal Torino (1-1). I gol
nel secondo tempo: apre Bianchi, chiude Burdisso. Finale
incandescente con due pali centrato da Crespo e Ibrahimovic. Per
Mourinho è il terzo pareggio casalingo in campionato dopo quelli
con Genoa e Cagliari. Novellino festeggia un risultato di
prestigio tenendo il passo di Chievo e Reggina.
Se manca Muntari e gioca Maxwell, il segnale per Mancini,
Quaresma (e magari pure Figo e Jimenez) è piuttosto indicativo.
Mourinho conferma di aver scelto i suoi interpreti e pazienza se
in panchina s'immalinconiscono "rinforzi" da quasi 40 milioni di
euro spesi in estate. Discorsi secondari per una squadra prima
con margine sempre più rassicurante. E poi basta spostarsi di
qualche metro e guardare la faccia di Walter Novellino per dare
il giusto peso a questi aspetti. L'allenatore chiamato a salvare
il Toro piazza Zanetti e non Barone in mezzo, dispiegando il
4-4-2 con Rosina e Bianchi delegati a colpire.
La formula è giusta, anche se i problemi dell'attacco
granata restano gravi. Diana e Abate affondano più volte
ottenendo in cambio il blocco delle avanzate di Maicon e Santon
(ancora applausi dal pubblico di San Siro); in mezzo Dzemaili e
Zanetti tengono botta, e così all'Inter non resta che puntare
sulle soluzioni individuali. L'unica degna di nota,
neutralizzata da Sereni, è quella di Cruz, che gira di testa un
angolo battuto da destra al 35'.
Prima dell'intervallo entrambi i tecnici sono costretti a
cambiare assetto: "Monzon" perde Rivalta, lo "Speciale"
Stankovic. A Figo il portoghese aggiunge pure Quaresma (al posto
di Maxwell) nel tentativo di allargare il gioco anche a
sinistra. L'ex Porto non è fortunato: appena entrato si ritrova
coinvolto in un tentativo di rimonta inaspettato. Sì, perché il
Toro trova il gol del vantaggio con Abate (cross preciso) e
Bianchi (zuccata vincente), un po' troppo libero rispetto agli
standard difensivi di Cordoba.
Qui comincia un'altra partita, che in un certo senso
compensa la noia del primo tempo. In sei minuti arrivano in
sequenza la parata di Sereni su Cordoba, il rigore chiesto e non
concesso all'Inter per "mani" di Abate e infine il pareggio di
Burdisso, prezioso anche se "agevolato" dal pasticcio combinato
da Sereni e Ogbonna.
Dal flipper di inizio ripresa fuoriesce una manovra più
coraggiosa dei nerazzurri, legata comunque all'atteggiamento più
prudente di Novellino. In realtà Diana ha sul piede la palla
buona, sprecandola. Così, dopo una cannonata di Maicon fuori
bersaglio, si arriva agli ultimi chilometri con il prevedibile
assalto dell'Inter. E' durissima per Sereni, bersagliato da
Maicon, Ibrahimovic (100 partite con l'Inter) e Crespo. Agli
ultimi due appartengono i tentativi respinti dal palo. Su
Quaresma, che sciupa una facile occasione da gol nel recupero,
piovono i fischi della Nord. Che già pensa al derby del 15
febbraio, visto che il Milan può portarsi a -6 scavalcando la
Juve.
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