ATENE (Grecia), 16 settembre
2008 - L'Inter batte il Panathinaikos nella prima notte europea
della gestione Mourinho. I gol di Mancini (27' primo tempo) e
Adriano (40' della ripresa). Almeno tre gli interventi
importanti di Julio Cesar, determinante nella parte centrale
dell'incontro.
L'inizio non è semplice.
Cambiasso è accerchiato, Mancini riceve un paio di colpi
proibiti di stile intimidatorio, i quattro davanti a Julio Cesar
respingono il come un muro in procinto di cadere. Ma è solo un
adattamento, peraltro indolore, all'atmosfera dello stadio
Olimpico completamente rivestito di verde.
Prima del gol di Mancini, l'Inter
costruisce tre occasioni chiare. La prima evapora per
l'indecisione di Ibrahimovic (invitato al banchetto da Vieira),
la seconda ha le sembianze di una "trivela" che non buca le mani
di Galinovic, la terza è una cannonata di Zlatan che obbliga il
portiere del "Pana" al salto in lungo per respingere. Poi c'è il
lampo di Ibrahimovic, un condensato di tecnica, coordinazione
forza fisica. Mangia metri a tre difensori che gli rimbalzano
addosso e poi apre le porte del paradiso a Mancini, che assesta
il diagonale dell'1-0.
Julio Cesar salva due volte
sul sorpredente Moon, pericoloso da fuori (traversa) e nello
stretto (scambio con con Gilberto Silva rovinato da un controllo
difettoso in area). Rischi concreti, che mettono in evidenza i
difetti dell'attuale assetto difensivo, colpito almeno una volta
a partita dalla Supercoppa contro la Roma alla partita con il
Catania e messo a dura prova da Cleyton a inizio ripresa. Se si
guarda dal centrocampo in su tuttavia, l'Inter fa paura. Ibra e
Mancini sembrano integrarsi alla perfezione, e fanno male.
Se Mejuto Gonzalez avesse
usato lo stesso metro del primo tempo (giallo a Materazzi al
primo dubbio contatto con Salpingidis) Cleyton non avrebbe avuto
il tempo di far saltare lo stadio con un sinistro a giro di poco
fuori. Al di là di tutto però, l'Inter soffre troppo nel finale,
come dimostrano i due salvataggi del guardiano interista su
punizione di Gilberto Silva e stoccata di Hristodoulopoulos.
Inseriti Muntari e Figo,
quando si stratta di cambiare il peso offensivo Mourinho tiene
in campo Ibrahimovic, il suo totem. E non sbaglia, perché lo
svedese serve il pallone del 2-0 ad Adriano, appena entrato in
campo. L'abbraccio tra Zlatan e il portoghese, considerate anche
le incertezze difensive da limare, è un'immagine dall'alto
valore simbolico a un anno di distanza dalla sconfitta contro il
Fenerbahce dell'era Mancini. Almeno in Europa, il nuovo corso
dell'Inter non poteva essere inaugurato nel modo migliore.
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