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Special Inter, Chelsea k.o.Sneijder ispira, Eto'o decide

 

Mourinho sorprende un Chelsea opaco prima schierando una formazione super-offensiva (l'olandese dietro a tre punte) poi però con una condotta tattica accorta, fatta di pressing e organizzazione. Qualche rischio solo a fine primo tempo, con occasioni per gli uomini di Ancelotti e un paio di episodi a rischio rigore. Poi la grande ripresa e il gol capolavoro

 

Londra, 16 marzo 2010 - Certe volte non trovi il gol da dicembre, ma in realtà stai solo aspettando l’occasione giusta. Certe volte serve l’unico che sa come si vince una coppa, per cancellare quella che sembrava una maledizione. Certe volte puoi lasciare una squadra galattica per diventare una stella altrove. Certe volte serve un tecnico "speciale" per continuare a credere in traguardi speciali. L’Inter passa ai quarti di Champions, vince a Stamford Bridge 1-0, elimina il Chelsea e il re di coppa Ancelotti: lo fa con un gol di Samuel Eto’o al 78’, su un grande assist di Sneijder, lo "scarto" del Real. Lo fa giocando con una formazione d’attacco, ma attenta e ben messa in campo. Lo fa soffrendo, come inevitabile, ma con un 3-1 complessivo.

 

il gol di Eto’o arriva quando l’Inter è già cresciuta. E’ un lancio di Sneijder a tagliare il campo e pescare il camerunese sulla linea del fuorigioco. Samu non sbaglia, come gli è sempre capitato in carriera nei momenti importanti. Lì scatta la gioia dopo la paura, arrivata a fine primo tempo. Assalti ripetuti del Chelsea, e anche due episodi sospetti in area interista. In entrambi i casi si tratta di corner, in entrambi i casi sono trattenute, pure abbastanza vistose: prima Thiago Motta su Ivanovic (come all’andata), poi Samuel su Drogba. L'arbitro tedesco Stark non aveva precedenti incoraggianti, stavolta nel soprassedere aiuta.

 

Mourinho parte per segnare un gol subito, e costringere il Chelsea a farne tre: si spiega così (oltre che con scelte ridotte a centrocampo) l’assetto con 2 mediani e 4 uomini offensivi: tutte dentro le punte, al massimo poi se ne toglie qualcuna. In realtà non è che l’Inter crei molto: in tutto il primo tempo c’è una sola palla buona, quella per Eto’o al 33': vede tardi il cross di Maicon sul secondo palo, la schiaccia troppo. Passata la paura del momento peggiore (fine primo tempo), l’Inter creerà di più nelle ripresa, quando Sneijder (cambio di passo dopo l’intervallo) inventa per Pandev (chiuso da Zhirkov) e quando Milito sbaglia un tiro che di solito è un gol (65’), quando Samuel manda alto di testa. Poi il gol liberatorio: Inter ai quarti.

 

Il Chelsea non inventa nulla, a livello di assetto: il suo tridente però a lungo fa male, perché Drogba è la solita forza della natura, Malouda è ispirato, e Anelka è spesso al posto giusto. Nel primo tempo hanno una occasione a testa in area, servono tre chiusure "disperate" di Maicon, Samuel e Thiago Motta per evitare il peggio. Non che mostri un gran gioco, il Chelsea, tanto che le occasioni sono frutto di un assalto di forza: si prova a sfondare la porta a calcioni, senza nemmeno cercare la chiave. Là dietro Lucio e Samuel reggono botta, e pian piano le forze mancano. Drogba usa le ultime per farsi espellere, Ancelotti esce dalla coppa. Per ora non è ancora speciale.

 

 

 

 

 

 

 


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