MILANO, 24 febbraio 2009 - Il primo confronto è un pareggio
senza reti. Intenso, pieno di episodi e sofferenze per l’Inter.
Alle corde per un tempo contro il Manchester United, più squadra
e più pericoloso dei nerazzurri. Ma in partita, e ad armi pari,
nella ripresa. Davanti a David Beckham, in tribuna per assistere
alla partita della sua ex squadra, i Red Devils strappano uno
0-0 prezioso in vista del ritorno.
C’è Rivas al centro, e non Cordoba. Il resto appartiene allo
schema annunciato dallo stesso Mourinho alla vigilia. Ferguson
invece sorprende e stringe all’angolo i nerazzurri con un paio
di mosse: 4-2-3-1, prudente in fase difensiva, senza Rooney e
Scholes. Le posizioni di Giggs e Park sono però cruciali. Quando
la palla è dei Red Devils, il vecchio capitano si piazza nel
cuore del rombo interista, schiacciando Cambiasso e costringendo
Stankovic a ricucire; l’ala coreana invece resta costantemente
nella metà campo avversaria, come punto di riferimento per
Berbatov e soprattutto come ostacolo alle avanzate di Maicon.
Senza gli inserimenti dei suoi incursori migliori l’Inter deve
improvvisare, pagando qualche errore di Muntari e la scarsa
mobilità di Adriano (Van der Sar resta insomma al coperto, si
conta un solo anticipo sul brasiliano "illuminato" da un
passaggio di Ibra). A tutto questo vanno aggiunti due interventi
straordinari in meno di mezzora di Julio Cesar. Sempre Ronaldo
il mittente: su punizione o di testa. Il ragazzo di Madeira è
una minaccia costante. Vista dal vivo la sua accelerazione è un
fenomeno difficile da contrastare, e quando Santon riesce
nell’impresa il Meazza esulta come dopo un gol. E proprio dal
punto di vista mentale, chiudere la prima frazione senza danni è
una fortuna per Mourinho. Poteva andare peggio, mettendo nel
conto il buco di Rivas su Giggs e il dinamismo di Berbatov...
Difatti arrivano finalmente i primi grattacapi per la difesa
campione d’Europa, che si apre quando a Ibrahimovic riesce la
giocata (velo per Adriano, sinistro alto) o a Zanetti il cross
da destra (leggera trattenuta sull’Imperatore giudicata non da
rigore dall’arbitro). In generale poi, c’è più equilibrio visto
che con Cordoba al posto di Rivas, Mourinho rimedia all’errore
iniziale rendendo più solida l’ultima linea.
Nel corpo a corpo l’Inter ha più fame: Cambiasso macina palloni,
Adriano difende la posizione con rabbia. E al Manchester sta
bene adagiarsi sul contropiede. Letale. Ronaldo spara un
tracciante laterale a metà ripresa su cui Santon è costretto a
superarsi. A un quarto d’ora dalla fine tocca a Cordoba
immolarsi su Giggs, devastante nel movimento da destra verso il
centro. Anche per questo Mourinho molla gli ormeggi buttando sul
tavolo le carte Cruz e Balotelli.
L’occasione giusta, in teoria, arriva nell’ultimo tratto della
sfida: Ibra guadagna un angolo sovrastando Evans; sul pallone
calciato da sinistra si avventa Cambiasso, che si trova la palla
sul petto a mezzo metro dalla linea; Van der Sar recupera con un
bel po’ di fortuna. Non è serata.
Nel finale è prevedibile l’inserimento di Rooney al posto di
Park per aumentare la batteria dei centometristi in rosso. Che
infatti costringono Julio Cesar a un’uscita disperata per
fermare il centravanti della nazionale inglese. Sprecata con
Stankovic l’ultima chance per colpire, l’Inter resiste
all’ennesimo tentativo di Ronaldo su punizione, centrale ma
violentissima. Se ne riparlerà all’Old Trafford tra due
settimane, quando il contropiede sarà un’arma che passerà di
mano. Da un avversario all’altro.
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