LECCE, 7 febbraio 2009 - Il Milan è avvertito. Da Lecce
l'Inter torna a casa con un 3-0 imposto a una squadra tutt'altro
che dimessa, conquistato senza dare l'impressione di forzare più
di tanto ma con grande autorevolezza.
L'Inter parte consapevole di dover fare la partita
nonostante l'inedito assetto con Figo-Stankovic alle spalle
dell'unica punta Ibrahimovic. Quest'ultimo, nell'attesa che gli
altri prendano le misure, ci mette una pezza: oltre a fare
reparto da solo come sempre, va anche sulle fasce a crossare,
mettendo tra l'altro sulla testa proprio di Stankovic una palla
deliziosa che il serbo riesce a mandare alto da pochi passi. Il
Lecce peraltro non sta a guardare, riparte e riesce anche a
provarci con Tiribocchi e Castillo. E non si perde d'animo
neanche quando, al 12', l'Inter va in vantaggio grazie al solito
Ibra ma anche a Cambiasso: quest'ultimo riceve palla in
prossimità dell'area, finta il tiro per poi toccare al compagno
e gli regala la palla per un tiro pronto e angolatissimo. Ma
appunto, gli uomini di Beretta si ritrovano quasi subito e
mandano Stendardo a schiacciare di testa da pochi passi verso la
porta di Julio Cesar, che con un rilfesso miracoloso riesce a
respingere. E' lì, nella fase centrale del primo tempo, che i
nerazzurri soffrono un po' il pressing asfissiante dei
giallorossi e stentano a costruire gioco. Via via, però, il
possesso palla interista riprende a funzionare e gli uomini di
Mourinho controllano meglio la partita, arrivando spesso al
tiro. C'è anche un controverso episodio per un contrasto tra
Ibra e Stendardo, con lo svedese che finisce a terra in area:
l'arbitro opta per la simulazione, ma il dubbio che ci sia un
contatto tra i due rimane. Peraltro, uno 0-2 all'intervallo
avrebbe punito troppo il Lecce.
Il Lecce si ripresenta in campo ricaricato, e crea
nuovamente qualche pericolo per Julio Cesar. Ma bastano pochi
minuti all'Inter per riprendersi la partita, permettendosi
addirittura di sprecare una clamorosa occasione con Maicon, che
solo dentro l'area piccola riesce a mandare alto. Poi è
Stankovic a ritrovarsi la palla buona, e Benussi a salvare
tutto. A quel punto Beretta inizia a pompare forze fresche
soprattutto in attacco, dove entrano Papadopoulos e Cacia, ma
ovviamente gli equilibri si alterano: da una delle prime discese
sulla fascia sinistra di Santon, fino a quel momento costretto
abbastanza indietro dagli uomini di fascia di Beretta, nasce un
cross delizioso che Figo schiaccia in rete sul secondo palo. E
poi, sempre di testa, è Stankovic a non sbagliare sul bel cross
di Maicon. Con l'Inter che chiude in scioltezza, senza nemmeno
forzare, mandando così il suo messaggio al Milan e all'intero
campionato.
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